Il Principio Antropico
- Emanuele Meloni
- 22 mar 2020
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 24 mag 2020
Potrebbe suonare piuttosto medievale e retrogrado, ma sapevate che è teoricamente accettato che l'universo e, più nello specifico il nostro Sistema Solare, sono strutturati così come li conosciamo perché è permessa l'esistenza dell pianeta Terra?
Un concetto che, a primo acchito, indicherebbe la centralità dell'essere umano, la cui importanza offuscherebbe tutte le restanti realtà esistenti nel cosmo. In verità questa deduzione è spazzata via dal principio Copernicano, che promulga indiscutibilmente la struttura eliocentrica del Sistema Solare e il confinamento della Terra a oggetto secondario ma che, non per questo, non può coesistere col principio antropico.

L'universo, e con esso tutte le stelle, i pianeti, le nebulose, le galassie e gli ammassi di galassie che lo compongono, si espande costantemente e il suo comportamento è regolato da una serie di leggi fisiche ordinate e matematicamente perfette; queste leggi indiscutibili si incastrano all'interno di un meccanismo collaudato alla perfezione che ha permesso di dare origine ad organismi vivi. Ha dunque senso affermare che la Terra sia un luogo speciale, in quanto presenta uno scenario fisicamente e chimicamente perfetto che da modo alla vita di generarsi e perdurare nel corso del tempo. Ciò nonostante è incorretto sostenere l'unicità della Terra, visto e considerato che ogni anno gli astronomi scoprono una quantità notevole di pianeti che, proprio come il nostro, orbitano attorno a stelle simili al Sole, ad una distanza tecnicamente ideale da permettere al carbonio la formazione di sostanze organiche che potrebbero costituire i tasselli di organismi viventi.
Durante le celebrazioni del cinquecentesimo anniversario della nascita di Nicolò Copernico nel 1973, il fisico australiano Brandon Carter coniò il termine di principio antropico, centralizzando con esso l'attenzione verso la posizione privilegiata della Terra all'interno del cosmo, e affermando indiscutibilmente che le leggi del cosmo stesso sono compatibili con la vita, così come noi la conosciamo.

Ciò che Carter intentava enunciare è l'ipotesi secondo cui se non si presentassero un numero notevole di straordinarie coincidenze nei valori delle costanti delle leggi fisiche, non solo non esisterebbe la biologia, ma non sarebbe possibile nemmeno l'esistenza degli oggetti astronomici comuni e della materia ordinaria.
Ad esempio: la forza di gravità esercitata dalla massa solare è sufficientemente potente da comprimere gli atomi di idrogeno del Sole, eccitandoli a tal punto da fonderli attraverso reazioni termonucleari, generando atomi di elio, e consentendo alla nostra stella di splendere nello spazio; se la forza di gravità esercitata dalla massa solare fosse minimamente inferiore o superiore questo non sarebbe possibile e, di conseguenza, il pianeta Terra non riceverebbe quel calore così perfettamente equilibrato che ci permette di compiere le nostre funzioni vitali (questo concetto non vale solo per il nostro Sistema Solare, ma bensì per ogni stella, a cui corrisponde un sistema solare proprio, unico e differente da qualsiasi altro nell'universo).
Consequenzialmente il carbonio, ossia l'elemento chimico su cui si basa ogni ciclo vitale terrestre, è formato anch'esso all'interno delle stelle e, più in concreto, è generato dalla fusione dell'elio col berillio 8 (quest'ultimo un elemento altamente instabile che si dissolve in una frazione di secondo): se il berillio 8 fosse minimamente, impercettibilmente più sfuggevole, non potremmo mai trovare il carbonio nella nostra tavola periodica e la vita basata sul carbonio non avrebbe modo di esistere.

Altro esempio cruciale: con 5.515 kg/m³ la Terra è il pianeta del Sistema Solare che possiede la maggior densità media, nonostante sia solo un piccolo pianeta roccioso. Questa fondamentale caratteristica è dovuta al fatto che quando il nostro Sole era nella sua fase embrionale di protostella, alcuni elementi pesanti che le orbitavano attorno, come ferro, nichel, iridio e piombo, si compattarono in gran quantità e iniziarono a fabbricare ciò che sarebbe diventato l'attuale nucleo terrestre: un enorme sfera ferrosa ad altissima temperatura che costituisce il 32% della massa totale del nostro pianeta, addirittura più massiccia dell'intero pianeta Marte. Le grandi proprietà del ferro, riscaldato fino ai 6.700 °C, hanno permesso l'esistenza di un campo magnetico il cui raggio d'azione si estende ben oltre la nostra atmosfera, e si comporta come una corazza in difesa dai mortali attacchi dei raggi ultravioletti trasportati dal vento solare. Se avessimo avuto valori leggermente minori nella massa del nucleo terrestre, il campo magnetico prodotto non sarebbe stato sufficientemente forte da combattere contro il vento solare e l'atmosfera terrestre sarebbe stata letteralmente spazzata via, e la superficie arsa lentamente, proprio come accaduto su Marte!

Tra i centinaia di esempi citabili, ne rilasciamo un'ultimo, di più difficile comprensione, ma che ci lascia intendere come, non il nostro Sistema Solare, ma bensì il nostro intero universo, sia un meccanismo collaudato apposta per favorire il proliferare della vita, tendendo ancora una volta la mano al principio antropico: l'energia oscura; non direttamente rilevabile, permea omogeneamente l'intero universo, costituendone il 68% della sua composizione complessiva ed identificabile come l'energia corrispondente al vuoto fisico. La sua densità infinitesimamente piccola, 0,00000000000000000000000000167 kg/m³, è quanto basta per vincere la forza di gravità, provocando così l'accelerazione dell'espansione dell'universo verso l'esterno. Allo stesso tempo è sufficientemente bassa da aver permesso di restare unite tra di loro le galassie, le stelle, i pianeti, gli atomi, il DNA.
Il principio antropico ambisce ad arrivare alla conclusione che se non fosse stata possibile la vita nel nostro universo, evidentemente il motivo sarebbe da ricercare in ipotetiche differenti costanti fisiche che avrebbero sviluppato una dimensione cosmica completamente diversa da quella conosciuta, sicuramente non adatta alla vita basata sul carbonio e ,dunque, con costanti fisiche differenti l'universo stesso non sarebbe stato lo stesso.
- fonte dal web.
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