Nuraghi Spaziali
- Emanuele Meloni
- 14 nov 2019
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 24 mag 2020
L'età del bronzo è un periodo della protostoria che abbraccia più di 2.000 anni a partire dal IV millennio a.C., ed è durante il suo pieno sviluppo (1.800 a.C. circa) che si può far risalire la nascita in Sardegna della civiltà nuragica, intrecciata di dubbi e leggende, figlia di una cultura già a suo tempo impressionante come quella prenuragica-megalitica; la civiltà nuragica fu costruttrice di monumentali edifici in pietra dalla forma troncoconica, costituiti dai cosiddetti "cocci" montati a secco, che tuttora sbocciano fieri dal paesaggio selvaggio e ne caratterizzano fortemente il suo colpo d'occhio ( ad oggi si contano più di 7.000 nuraghi, tra quelli a corridoio e quelli a torre, sparsi su tutta l'isola).
Gli storici, non del tutto concordanti, hanno ipotizzato che la loro costruzione sia stata realizzata per utilizzi di tipo domestico, di tipo religioso e, quasi certamente, di tipo militare, parallelo alla resistenza sarda contro le penetrazioni cartaginese prima e romana poi.
Giovanni Lillìu nella sua opera "I nuraghi, torri preistoriche di Sardegna", in riferimento all'etimologia, riferisce: " Questo termine, specie nel secolo XIX, fu messo in relazione con la radice fenicia di < nur >, che vuol dire fuoco, e fu spiegato come fuoco nel senso di dimora o di tempio del fuoco, con riferimento ai culti solari che si sarebbero praticati sulla terrazza delle torri nuragiche".
Proprio su questo punto vorremmo focalizzare l'essenza del nostro articolo: se dietro la civiltà nuragica si cela un'ombra di misticismo e leggenda si deve anche al collegamento intrinseco tra nuraghi e astronomia.

Così come tanti altri monumenti sparsi sul globo anche quelli edificati dalla civiltà nuragica sono orientati verso determinati punti della volta celeste (non solo i nuraghi, ma anche le tombe dei giganti presentano questa peculiarità). Questo aspetto è stato avvalorato dalle ricerche degli studiosi Mauro Zedda e Michael Hoskin, quest'ultimo professore di storia della scienza presso l'Università di Cambridge (da queste ricerche è stata prodotta un'opera in collaborazione con l'associazione culturale Firmamentum).
Tutti i nuraghi complessi presentano al loro intorno un paramento murario che collega tra di loro le torri secondarie che circondano il mastio centrale; questi paramenti murari hanno la caratteristica di essere concavi.
Le ricerche di Mauro Zedda rivelano che tutti i nuraghi complessi hanno la linea tangente al paramento murario che, se prolungata, indica il punto della volta celeste in cui il Sole sorge o tramonta in uno dei due solstizi (ossia i giorni in cui il Sole raggiunge il suo punto di declinazione massimo, circa il 21 giugno, e il suo punto di declinazione minimo, circa il 21 dicembre). Un esempio straordinario è quello del nuraghe Losa ad Abbasanta (Oristano) in cui l'osservatore, in questi periodi dell'anno, potrà cogliere le fasi di levata e tramonto del Sole se si posiziona dietro una delle 3 torri secondarie e osserva nella direzione in cui la tangente viene prolungata verso il paramento murario delle altre torri.

Questi favolosi edifici non solo favoriscono l'osservazione del moto solare, ma anche di quello lunare, in particolare nei giorni dei cosiddetti lunistizi; è il caso de Su Nuraxi di Barumini, dal 1997 classificato dall'UNESCO come patrimonio mondiale dell'umanità: prolungando contemporaneamente verso sud la tangente alla base delle torri est e sud e la tangente alla base delle torri ovest e nord otterremo un'intersezione nella fetta di orizzonte in cui la Luna tramonta nel periodo del lunistizio maggiore meridionale, ossia quando descrive la sua traiettoria più bassa in assoluto nei nostri cieli (questo accade ogni 18,6 anni al completarsi della rotazione del campo orbitale lunare, che oscilla per gli effetti gravitazionali causati dalla Terra).
Se anziché prendere in considerazione il singolo edificio allargassimo l'analisi a sistemi nuragici scopriremmo che ne esistono alcuni, come quello nella valle Brabaciera, vicino a Isili (60km a nord di Cagliari), che permette osservazioni mozzafiato: fra i 33 nuraghi presenti nella valle ne esistono quattro, ossia Is Paras, Longu, Maurus e Nueddas, che giocano ancora una volta con levata e tramonto del Sole e della Luna nei solstizi e nei lunistizi. Ogni anno durante il solstizio d'estate posizionandosi in prossimità del nuraghe Nueddas è possibile osservare il Sole sorgere dietro il Longus e tramontare dietro Is Paras; dal Maurus è invece possibile osservare la Luna sorgere dietro dietro il Longu e tramontare dietro Is Paras durante il lunistizio minore settentrionale.
Anche le stelle: sempre dagli studi di Mauro Zedda si può constatare che tutti i nuraghe a cupola presentano ingressi orientati verso i punti dell'orizzonte in cui, in quel periodo, sorgeva il Sole durante il solstizio d'inverno e la Luna durante il lunistizio maggiore meridionale e ,oltretutto, si innalzavano le costellazioni della Croce del Sud e del Centauro, costellazioni importantissime dal punto di vista religioso per moltissime culture del bacino mediterraneo (oggi non più visibili dall'emisfero boreale a causa del moto di precessione dell'asse terrestre).

Questi e molti altri studi sono, senza dubbio, di forte impatto e dimostrano la complessità e il genio che viveva all'interno delle menti di questo popolo, non più rude e primitivo ma, certamente, sviluppato ed incredibilmente all'avanguardia anche sotto il punto di vista scientifico. Vien da chiedersi, a nostro giudizio, per quale motivo non viene concessa la sufficiente attenzione ad un contesto storico-culturale cosí sofisticato e che non aveva nulla da invidiare alle più fiorenti civiltà mediterranee, mesopotamiche e mesoamericane?
Ciò che gioca a sfavore della civiltà nuragica è la quasi totale assenza di testi scritti rinvenuti dagli archeologi; ma è pensabile che un popolo di tale livello sociale, tecnologico e architettonico sottovalutasse o, addirittura, ignorasse l'importanza della scrittura? Impossibile; questa gente ha subito le lacerazioni da parte di numerosi invasori nel corso dei secoli ed è comprensibile che molte delle testimonianze tangibili siano andate deteriorate o distrutte. Ma negli ultimi decenni sono state portate avanti analisi su nuovi reperti che potrebbero dare un volto nuovo a questa civiltà, analisi tuttora in corso e che staremo a vedere se spazzeranno via la polvere che offusca la grandezza di un popolo leggendario che senz'altro merita di essere citato nei libri di storia.
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