Il Reddito Minimo nella Res Publica Romana
- Emanuele Meloni
- 20 dic 2019
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 24 mag 2020
Dall'aprile del 2019 è in funzione in Italia il reddito di cittadinanza, uno strumento di previdenza e assistenzialismo che offre un sostegno economico non tassabile a tutti i cittadini che si trovano sotto la soglia di povertà (reddito inferiore ai 780 euro mensili).
In Europa il reddito minimo è erogato in forme differenti sia da molti stati membri dell'U.E. sia da altri che non ne fanno parte. Solo la Grecia e l'Ungheria non hanno messo in atto misure di sostegno al reddito per contrastare la povertà.

Già dal dopoguerra l'ONU mise dei tasselli in favore di tale politica monetaria con la Convenzione Internazionale sui diritti economici, sociali e culturali del 1966 (tutt'ora in vigore), dove stabilì il diritto alla "libertà dalla fame" e ad un tenore di vita sufficientemente alto da poter sostentare se stessi e la propria famiglia; parallelamente l'art. 34 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea riconosce il diritto all'assistenza, al fine di lottare contro l'esclusione sociale e la povertá.
Per l'economista e sociologo austriaco Friedrich von Hayken, Premio Nobel per l'economia 1974, il reddito minimo universale rappresenterebbe lo strumento per proteggere questi diritti, oltre che una tutela dell'ordine all'interno delle società, il quale è sempre messo in crisi dalla presenza di fasce di popolazione al di sotto della soglia di sussistenza.
In epoca moderna tutte le misure adoperate e i dibatti socio-economici riguardanti il tema trovano come punto d'origine storico la pubblicazione La Giustizia Agraria, realizzata nel 1795 dal filosofo illuminista britannico Thomas Paine per risolvere il problema della miseria della Francia rivoluzionaria: nel testo egli propose la creazione di un fondo monetario attraverso la ripartizione di una somma consistente ad ogni individuo al compimento della maggior età, seguito da un pagamento annuo dal compimento dei 50 anni in su. L'autore riteneva infatti ingiusta la distanza tra cittadini e proprietari terrieri dell'epoca, pensando che il governo dovesse creare un reddito di base.
È palese tutt'ora la differenza esistenziale tra soggetti benestanti e individui marginalizzati, nonostante la globalizzazione dei mercati e le innovazioni tecniche abbiano rivoluzionato metodi di produzione antichi di secoli....

....per 500 anni Roma visse il suo periodo di oligarchia repubblicana, una lunga fase intermedia tra il periodo regio e quello imperiale, quest'ultimo iniziato con Ottaviano Augusto nel 27 a.C.
Il nucleo amministrativo ed esecutivo della Res Publica era il Senato, formato da senatori patrizi a cui faceva capo il Console.
Ai tempi dei primi scontri con i Cartaginesi Roma era interessata al controllo delle ricchezze agricole della Sicilia, in modo da aprire nuovi mercati alimentari ed allentare la crescente pressione sociale e demografica, visto che da piccola città-stato si stava velocemente trasformando in potenza egemone di tutta la penisola italiana.
130 anni più tardi i territori romani erano un complesso sistema di province che si estendevano dalla Spagna al nord Africa, dalla Grecia all'Asia Minore. La difficoltà amministrativa in un contesto del genere si ripercosse su numerose frange di popolazione sparse su tutta Italia, soprattutto piccoli proprietari terrieri, i quali caddero in miseria a causa del continuo reclutamento dovuto alle numerose guerre, e per la progressiva pressione dei grandi proprietari patrizi, che acquistavano nuovi fondi e monopolizzavano il commercio.

In virtù di ciò il tribuno della plebe Tiberio Sempronio Gracco propose nel 133 a.C. una riforma agraria che prevedeva una nuova ridistribuzione stabilita da un collegio, concedendo le terre in eccesso alle persone meno abbienti, in modo da ringalluzzire il ceto medio-basso, senza il quale sarebbe stato impossibile mantenere l'ossatura della società che era l'esercito.
Tiberio non terminò mai le sue riforme, ostacolato (e poi assassinato) dall'aristocrazia consolare che difendeva i propri interessi; tuttavia, 8 anni più tardi, fu eletto tribuno della plebe il fratello, Gaio Sempronio Gracco, il quale riprese queste politiche e le inasprì ancor di più contro la classe aristocratica, tanto da ottenere da parte del concilio della plebe nel 123 a.C. la Lex Frumentaria: con questo provvedimento legislativo le casse dello Stato si fecero carico dell'acquisto di grandi quantità di grano dalla Sicilia e del suo trasporto fino al porto di Ostia Antica; il grano venne ciclicamente venduto a prezzi molto bassi a tutti i cittadini meno abbienti.

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