top of page
Inizio: Bienvenidos
Inizio: Acerca de
Inizio: Blog2

La Leggenda Delle Prime Mafie Medievali

  • Emanuele Meloni
  • 6 feb 2020
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 24 mag 2020



La ragione principale che portò il meridione a far affiorare la "soluzione mafiosa" fu lo stato di abbandono locale, dovuto soprattutto ai continui cambi di occupazione straniera che uccisero la fiducia della popolazione verso il governante di turno, in particolar modo nel periodo a cavallo tra le ultime occupazioni spagnole e l'avvento del Risorgimento.

Le leggi furono spesso sostituite da un sistema di regole locali, ed attorno alla famiglia si rafforzò un intenso spirito di orgoglio e di onore, che andava difeso arditamente e, se violato, generava faide che si protraevano di generazione in generazione.


Quasi tutte le mafie moderne italiane si sono sviluppate nella prima metà del XIX secolo, secondo un modello di organizzazione criminale stabile, difeso da un patto omertoso, la cui struttura ramificata è eretta attorno ad uno schema gerarchico composto dai cosiddetti affiliati, i quali agiscono perseguendo strategicamente un unico bene comune; tutti fattori che ne marcano la differenza con le comuni bande di strada.

Ma andando a ritroso nel tempo possiamo facilmente ritrovare numerosi esempi di storie, miti e racconti di brigantaggio rurale che appaiono come la genesi delle attuali organizzazioni criminali mafiose.

1. i cavalieri Osso, Gastrosso, Carcagnosso, confratelli dell'organizzazione criminale spagnola "Garduña", attiva a partire dagli inizi del 1400.

Esiste un mito alimentato dalle cronache medievali che racconta di come le attuali mafie siciliane, calabresi e napoletane, siano lo sviluppo di un fenomeno trapiantato in Italia da un'associazione criminale spagnola: la Garduña, fondata nella città castigliana di Toledo nel 1412, dopo la fusione di varie bande della Spagna centrale le quali, col pretesto di collaborare con l'Inquisizione e per la cosidetta "limpieza de sangre" (pulizia di sangue), estorcevano o assaltavano le case arabe e giudee. Ispirata alle confraternite religiose e cavalleresche, si narra che la Garduña contava centinaia di affiliati, la cui cupola era formata da un direttorio segreto di alti protettori, che dirigevano le operazioni e si occupavano del mantenimento delle ricchezze accumulate. Interessante la presenza di spie e prostitute che avevano il compito di riportare informazioni utili ai gradi superiori e, soprattutto, la collaborazione di giudici, governatori e direttori di prigione.

Tra i sui affiliati Osso, Gastrosso e Carcagnosso erano tre fratelli di sangue, che si videro obbligati a fuggire da Toledo dopo aver vendicato la morte della sorella: sbarcando nell'Isola di Favignana, nell'arcipelago delle Egadi, in Sicilia, secondo alcuni questi tre uomini costruirono le fondamenta per le moderne mafie meridionali italiane.

2. scene di "vita napoletana".

Bella Società Riformata o Onorata Società, erano invece le denominazioni con le quali i camorristi si riferivano alla loro organizzazione nell'800. A differenza della Mafia siciliana, tale organizzazione possedeva già una storia secolare, come dimostrano gli scritti che raccontano dei compagnoni, malavitosi che controllavano i giri di prostituzione, del gioco d'azzardo e organizzavano rapine nei quartieri più popolosi di Napoli, già a partire dal '600.


All'interno della napoletanità tardo rinascimentale il termine Camorra e le sue varianti possedevano vari significati legati alla vita popolare. Ma secondo un'ipotesi cavalcata dallo storico Marc Monnier deriverebbe da Gamurra la cui origine, in base agli studi dell'antropologo Abele De Blasio, indicherebbe un'associazione di mercenari sardi formatasi nel 1200, messa in piedi dalle autorità pisane che in quel periodo occupavano la città di Cagliari, e la cui esistenza è confermata dal Codex Diplomaticu Sardiniae, un repertorio di fonti medievali relativo alla Sardegna: per mantenere l'ordine ed evitare ribellioni da parte dei sardi, i pisani organizzarono gruppi armati che pattugliavano il borgo portuale di Lapola. Per mantenere in piedi la gamurra i finanziamenti arrivavano dalle entrate del gioco d'azzardo, del prettorato, delle tangenti e delle gabelle, ossia le imposte indirette sulle merci. Secondo la tesi sviluppata, l'organizzazione si sarebbe poi spostata in Campania durante la dominazione aragonese nel 1500, facendo attecchire velocemente il malaffare soprattutto nei quartieri trafficati di Napoli.

3. la chiesa di Santa Maria di Gesù al Capo, nel centro storico di Palermo, la cui cripta sotterranea fu il presunto covo della setta segreta dei Beati Paoli.

Un'affascinante leggenda siciliana miscelata a ricerche con fondamento storico, narra dell'esistenza di una congregazione occulta, formata da misteriosi sicari incappucciati che, riunendosi durante la notte nelle vecchie catacombe dei quartieri storici di Palermo, orchestrava atti vendicativi contro la classe nobiliare, come delitti e sequestri, in difesa dell'onore e del benestare del ceto medio. Venivano chiamati Beati Paoli, originatisi come risposta bellica alle violenze della dominazione normanna in Sicilia, le loro gesta divennero popolari a cavallo tra il '600 e il '700; l'unico membro della setta individuato con certezza da fonti storiche è tal don Girolamo Ammirata. Durante il giorno girovagavano per i vicoli del centro camuffati da frati in cerca dei segreti e delle ingiustizie che soffocavano il popolo. Il racconto è stato alimentato esclusivamente dalla tradizione orale, e l'unico documento che ne riporta scritte le vicende è la raccolta Opuscoli palermitani dello storico Francesco Maria Emanuele Gaetani (1720-1802). Nell'alone mitologico i Beati Paoli rappresentano la nascita di Cosa Nostra.

4. Carmine Donatelli detto "Crocco", chiamato anche il "Napoleone dei briganti", fu uno tra i più riconosciuti e influenti briganti del Periodo Risorgimentale. Capo delle bande lucane del Vulture, sotto le sue direttive sottostavano all'incirca duemila uomini. Combatté al fianco di Giuseppe Garibaldi.

Al di là di ogni attraente teoria, ciò che è certo è la vasta diffusione nel mondo preindustriale di efficaci filoni di banditismo, brigantaggio e pirateria, che da semplici gruppi malavitosi si evolsero in strutture organizzate con codici e leggi proprie, e che spesso assumevano risvolti insurrezionalisti, prendendo parte alla rivolta rurale e contadina contro i soprusi della classe dirigente. La causa di fondo del sorgere delle attività a delinquere è proprio la condizione di miseria, già in epoca medievale, quando lo sfruttamento feudale innescò la reazione violenta della plebe. Il brigantaggio fin da allora assunse così i connotati di una società parallela allo Stato, abbastanza forte e indipendente da poter sostituire e rimediare all'incapacità del regnante di risolvere i problemi dei ceti bassi.



- fonte dal web.

Comments


Contatti

Valencia (Spagna)

+34 691176228

    Il tuo modulo è stato inviato!

    Inizio: Contacto

    ©2019 por Space&Time. Creada con Wix.com

    bottom of page