Massacro Legale
- Emanuele Meloni
- 3 dic 2019
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 24 mag 2020
Animale, vertebrato, mammifero, primate, ominide: ci si riferisce all'essere umano? Quasi.
Poco più di 6 milioni di anni fa gli scimpanzé si sono staccati dalla linea evolutiva che ha portato alla nascita dell'Homo sapiens, e da allora non sono cambiati molto in aspetto e comportamenti.

Si suddividono essenzialmente in scimpanzé comune (Pan troglodytes) e bonobo (Pan paniscus). Biologicamente condividiamo il 98% del materiale genetico e il 30% delle proteine; etologicamente i loro rapporti familiari, l'uso di utensili e l'esistenza di una vera e propria cultura, non possono far altro che mantenere vivi l'interesse e la nostra curiosità.
Come in altri innumerevoli casi però l'uomo ha dimostrato di non essere la specie cerebralmente più evoluta. Negli ultimi 100 anni il numero di scimpanzé in libertà si è ridotto di tre quarti, un massacro che per la prima volta nella storia sta generando in loro anche disfunzioni comportamentali.

Nell'estate del 1960 la ricercatrice Jane Goodall viaggiò in Africa per studiarne da vicino i comportamenti all'interno del proprio habitat e osservò condotte mai rilevate prima in esemplari in cattività. Per esempio, alcuni strappavano le foglie dai rami e gli stessi rami ripuliti li inserivano all'interno dei termitai per ricavare le termiti, o per ottenere il miele dagli alveari, o ancora spaccavano con pietre i gusci dei semi più duri.
Prima di queste osservazioni gli scienziati supponevano che solo gli umani utilizzassero arnesi. I successivi studi della Goodall suggeriscono l'esistenza di segni culturali tra le comunità degli scimpanzé della Tanzania.
Il primo rilevamento diretto di un processo di trasmissione culturale in un gruppo di scimpanzé allo stato selvatico è stata ottenuta da ricercatori delle Università di St. Andrews, di Neuchâtel, del Québec e della Anglia Ruskin University: gli esemplari si trasmettevano di giorno in giorno una nuova tecnica osservata da un loro compagno che per bere utilizzava una foglia come cucchiaio e un pezzo di muschio da cui spremeva l'acqua accumulata da una recente inondazione. In totale si contano una trentina di comportamenti culturali di questo genere, che gli anziani tramandano ai più giovani.
Questi processi sono spezzati in maniera diretta da una massiccia deforestazione che riduce i loro territori di distribuzione, dal bracconaggio, dalle guerre interne in Congo e altre zone dell'Africa centrale, dalla vendita come animale domestico o di intrattenimento, o per test medici (il commercio e lo sfruttamento della specie sono illegali).
Indirettamente invece va da considerare l'espansione dei centri urbani della zona, che premono sempre più addosso l'habitat degli scimpanzé: da un'analisi svolta da oltre 70 studiosi su 144 gruppi di primati africani si deduce che per le specie a stretto contatto con l'uomo le probabilità che si sviluppino comportamenti consuetudinari sono inferiori dell'88% rispetto alle specie che vivono lontani dall'influenza umana. Esiste dunque un rischio reale di estinzione anche del patrimonio culturale di questo animale.

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